FIDUCIA ,SFIDUCIA e Personalita’./Blog di Luigi Civolani.

PREFAZIONE: di LUIGI CIVOLANI :
Viviamo in un EPOCA di profondo SCETTICISMO,perfino un bambino dubita,e’incredulo,scettico.
ALL’UOMO MODERNO manca la FIDUCIA,ed ecco! Che le DROGHE hanno iniziato ad avere per lui una forte attrattiva.
Le DROGHE sono metodi chimici ,agiscono per qualche istante o per qualche ora.
La FIDUCIA,invece,vi dà la fiducia,diventa una qualita’eterna dentro di voi,e la FIDUCIA non ha EFFETTI COLLATERALI.
La fiducia elimina qualsiasi dipendenza ,essa e’ anche preferibile alla fede,e’ credere in sé stessi e nelle cose che si fanno,e’autostima .Un contadino che semina per il raccolto se non avesse avuto fiducia sarebbe perduto;un pescatore che tira le reti in mare per la pesca ugualmente sarebbe perduto senza la fiducia.
LA FIDUCIA E’LA SOLA “DROGA” AFFIDABILE ,espande naturalmente la CONSAPEVOLEZZA.
Luigi Civolani.

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POST-FAZIONE- DIVULGAZIONE -:a cura di LUIGI CIVOLANI.

La psicologia ha colto la rilevanza del concetto di fiducia già da molto tempo e molte sono le teorie dello sviluppo psicologico che la considerano centrale nella strutturazione e nel funzionamento della personalità.

Introduzione

  Pensare a un episodio nel quale la nostra fiducia è stata tradita non è molto difficile, anzi. Tutti conoscono quella sensazione bruciante derivante dall’idea di essere stati ingannati. Tutti conoscono la delusione di aver riposto la propria fiducia nella persona sbagliata o la spietata autocritica che siamo in grado di fare a noi stessi per non aver visto i difetti o le mancanze dell’altro, assieme a tutta la gamma dei sentimenti e dei pensieri connessi a queste circostanze. Non daremmo la nostra fiducia all’altro se non pensassimo di avere buone ragioni per farlo.

Questo articolo si pone come obiettivo quello di offrire, a chi fosse interessato, un panoramica necessariamente non esaustiva delle prospettive psicologiche sulla fiducia interpersonale, fornendo alcuni riferimenti tematici vari. Il lettore a digiuno di psicologia potrà invece farsi un’idea, non dico avvincente, ma almeno stimolante, su quello che la psicologia ha da dire su questo tema.

Fiducia e rapporti interpersonali

Sulla fiducia si reggono la gran parte delle relazioni sociali improntate alla cooperazione e alla collaborazione, andando dai rapporti di mera colleganza, all’amicizia, fino all’amore: insomma, tutte le situazioni in cui è presente quel sottile equilibrio di scambi grazie al quale manteniamo rapporti cordiali con gli altri, forniamo e riceviamo supporto di qualche tipo, condividiamo con l’altro parti superficiali e/o profonde di noi stessi e ci sentiamo relativamente al sicuro da iniziative ostili nei nostri confronti.

A livello intimo la fiducia interpersonale coinvolge le paure, le preoccupazioni e i desideri più profondi della persona. Non a caso le situazioni nelle quali essa è fondamentale (pensiamo a un progetto di lavoro o alla vita di coppia) spesso producono in noi reazioni emotive e comportamenti anche molto intensi, soprattutto se nella relazione è presente un’asimmetria di potere tra le parti, e di conseguenza uno dei partner deve contare sulla benevolenza dell’altro per realizzare i propri desideri.

La psicologia ha colto la rilevanza del concetto di fiducia già da molto tempo e molte sono le teorie dello sviluppo psicologico che considerano questa dimensione dell’esistenza umana come centrale nella strutturazione e nel funzionamento della personalità. Essa viene considerata a fondamento degli schemi espressivi, cognitivi e relazionali che la persona usa quando è in relazione con gli altri e, in questo senso, le esperienze evolutive nelle quali la fiducia è stata rilevante avrebbero un’influenza duratura sull’identità e sulle relazioni lungo tutto l’arco della vita.

Viene subito da pensare alla teoria dello sviluppo psicosociale di Erikson (1963), per la quale nel primo anno e mezzo il conflitto determinante il percorso evolutivo del futuro adulto (le direzioni di sviluppo delle vulnerabilità e delle potenzialità psicologiche e sociali del bambino) è proprio quello di costruire una posizione fondamentale di fiducia nel futuro.

La teoria dell’attaccamento fornisce poi ulteriori specifiche. Per essa la fiducia circa la disponibilità, la sensibilità e la responsività della figura di riferimento (la persona o le persone a cui ci rivolgiamo quando siamo affaticati, tristi, impauriti, bisognosi di cura e sostegno) è il perno attorno al quale la mente costruisce modelli operativi interni equilibrati (schemi cognitivi e affettivi di sé, degli altri e delle relazioni), e l’aspettativa di ricevere da essa sostegno, rassicurazione e supporto (sia realmente che in forma simbolica, se non disponibile concretamente) è considerata centrale per lo sviluppo di una personalità resiliente, proattiva, aperta e in grado di mantenere l’equilibrio sotto stress .

Dal punto di vista clinico, infine, si può pensare a quanto la fiducia tra paziente e psicoterapeuta sia fondamentale per la costruzione dell’alleanza terapeutica, elemento fondamentale per il buon esito della terapia, con tutta la fatica che ciò a volte comporta.

Fiducia e prospettive a confronto

La fiducia è centrale per determinare il modo in cui iniziamo, manteniamo e sosteniamo la maggior parte delle nostre relazioni. Inoltre essa promuove la cooperazione, permettendo benefici a lungo termine che altrimenti non sarebbero ottenibili in altro modo. Ed è proprio a partire da quest’ultima osservazione che le prospettive evoluzionistiche cercano di spiegarne l’origine. Per questo gruppo di teorie, la ragione fondamentale dell’esistenza della fiducia risiede nel fatto che sia la cooperazione che le capacità cognitive dedicate alla valutazione dell’affidabilità dell’altro promuovono la riproduzione dell’individuo e la sopravvivenza della specie, garantiscono l’allevamento della prole da parte dei membri del gruppo sociale di riferimento e promuovono il bene comune, massimizzando i benefici di attività come la caccia, l’allevamento del bestiame e lo scambio di risorse .

Queste idee possono spiegare in che modo nel corso dell’evoluzione il meccanismo sociale del dare e ottenere fiducia si sia evoluto e perfezionato. Tuttavia anche la storia personale, l’ambiente sociale e la cultura di riferimento, per quanto transitori, contingenti e situati storicamente, sono importanti nella determinazione di una posizione di fiducia verso l’altro, ed ecco che le teorie viste poco sopra, la teoria di Erikson e la teoria dell’attaccamento, ci forniscono elementi di una prospettiva parziale sull’impatto delle determinanti sociali.

Ad esse può essere affiancata la teoria dei sistemi familiari  per la quale la storia delle interazioni con i membri della propria famiglia, che include anche episodi nei quali la fiducia è stata ben riposta o tradita, è un elemento fondamentale per la differenziazione del proprio concetto di sé (un Sé differenziato connota stabilità emotiva, capacità di gestione dell’ansia, autonomia, indipendenza) e determina la capacità futura della persona di mantenere legami emotivi con gli altri, cogliendo i benefici dell’intimità e dell’interdipendenza, evitando allo stesso tempo l’invischiamento (definire sé stessi, sentire, pensare e comportarsi in base alle emozioni, alle scelte, alle azioni dell’altro), situazione quest’ultima che sancisce la perdita di quote di identità personale, di capacità autoregolatorie e di autonomia. Se non riesco a fidarmi dell’altro (e se l’altro non mi sembra degno della mia fiducia) come confidare in una relazione duratura?

Come dedicarmi completamente ai miei progetti con flessibilità e impegno costante se manca la sicurezza di ricevere sostegno o comunque di non essere ostacolati in qualche modo dalla persona che mi è vicina? Come esprimere pienamente sé stessi e crescere se una relazione autentica non è presente, e ci sentiamo continuamente costretti ad adattarci a ciò che l’altro fa, dice e mostra di provare?

Per quanto penetranti, il limite che appare evidente dalle teorie accennate fino a questo momento è che esse non sono ancora in grado di spiegare in base a quali parametri le situazioni immediate e concrete vissute dalle persone, come anche le caratteristiche specifiche degli attori che vi partecipano, possano spiegare la nascita, il mantenimento e la trasformazione della fiducia interpersonale nel tempo.

Insomma, restano ancora troppo sulle generali e non colgono né l’impatto dell’interazione tra le caratteristiche della situazione specifica in cui le persone si trovano, né le differenze individuali. Entrambi gli elementi sono importanti, al punto tale che a chiunque studi psicologia è noto il mantra ‘individuo X ambiente’.

Cambia qualcosa se di base sono molto diffidente oppure fiducioso, estroverso oppure introverso? Cambia qualcosa se la fiducia nell’altro viene messa alla prova sul lavoro o in un contesto informale e ludico, oppure in una situazione in cui un partner abbia tutto da perdere e l’altro tutto da guadagnare? E che peso hanno le motivazioni di fondo a stare nella relazione?

Fattori determinanti la fiducia

Riguardo a quest’ultimo aspetto, uno studioso-ricercatore :McClintock (1972) identifica cinque motivi personali per i quali le persone scelgono di dare fiducia all’altro, e si focalizza sulla relazione tra i margini di profitto (materiale o simbolico) che i partecipanti alla relazione ottengono cooperando tra loro: massimizzazione dei propri guadagni (orientamento egoistico/individualistico); massimizzazione dei propri guadagni in relazione a quelli dell’altro (orientamento competitivo); massimizzazione dei guadagni comuni, in modo che entrambi ottengano di più di quanto otterrebbero agendo come singoli (orientamento cooperativo); massimizzazione dei guadagni altrui (orientamento altruistico); minimizzazione dei guadagni altrui (orientamento aggressivo/maligno).

Per quanto semplice e intuitiva, questa prospettiva tuttavia fornisce poco spazio per cogliere gli aspetti ‘caldi’, emotivi, delle motivazioni personali sottostanti il dare e il ricevere fiducia, come anche non sembra considerare la diversità delle possibili ragioni individuali alla base di essa, adottando invece una prospettiva esclusivamente utilitaristica.

  Questi limiti sono superati dalla teoria di Deutsch (1973) che costruisce una tassonomia di ‘ragioni motivazionali’ alla base della fiducia nell’altro, considerando differenze individuali come le aspettative sui pensieri o le condotte altrui, la conoscenza posseduta, la propensione a seguire le norme sociali, i propri desideri, e altre caratteristiche della persona.

Ci si potrebbe fidare dell’altro, ad esempio, per la disperazione connessa alle conseguenze che il non fidarsi comporta (si pensi a quando si va a fare una visita medica per un malessere che non riusciamo a spiegarci); ci si può fidare per ragioni di conformità sociale, evitando la violazione di norme sociali esplicite o tacite (si pensi ad esempio alla norma tacita espressa che impone, quando si sta male, che si chiami il medico, e come il non farlo sia considerato al minimo poco intelligente, se non insensato); si può dare fiducia all’altro per innocenza, derivante dalla mancanza di conoscenza, informazione oppure esperienza (tutta la gamma di situazioni possibili relative a ‘non accettare caramelle dagli sconosciuti’); per impulsività (ad esempio la decisione di fidarsi ‘perché non mi va di pensarci su più di tanto’).

Si può investire l’altro di fiducia, inoltre, nella speranza di essere traditi (masochismo), per la speranza che le conseguenze temute non si presentino (fede), nell’aspettativa che si otterrà ciò che si desidera; o per il puro desiderio di prendersi dei rischi. Altri motivi, infine, riguardano le ragioni e gli scopi personali dell’altro (ad esempio sapere che l’altro ci ama e vuole il nostro bene), motivi di ordine morale (ad esempio il rispetto degli impegni presi) o, finalmente, motivi di ordine strutturale (ad esempio sapere che le amicizie e/o i possessi dell’altro sarebbero messi a rischio se non venisse rispettata la fiducia riposta).

Le informazioni sulle motivazioni personali hanno sicuramente un buon valore , poiché ci forniscono una spiegazione del perché ci fidiamo dell’altro sulla base di ragioni ampie e che considerano timori, desideri e speranze, anche inconsapevoli, nelle quali ognuno può rispecchiarsi nella vita di tutti i giorni.

Sempre prestando attenzione ai contenuti mentali individuali, infine, alcuni autori identificano come maggiormente pertinenti la costruzione della fiducia le aspettative sociali, le credenze e le attribuzioni routinarie delle persone, come anche la percezione di quanto l’altro valorizzi il proprio interesse personale in contrapposizione al nostro.

Purtroppo il problema principale di ogni prospettiva focalizzata solo sull’individuo è che non coglie l’interdipendenza tra i partner. Non considera, infatti, l’impatto che azioni, pensieri ed emozioni di ciascuno di essi ha sull’altro partner e neppure l’impatto che le caratteristiche della situazione (reali o anche solo percepite) hanno sulla relazione che si viene a costruire tra di loro.

Una panoramica sulle teorie psicologiche sulla fiducia, quindi, rende obbligatorio considerare anche solo brevemente quelle prospettive, decisamente più complesse, che considerano le caratteristiche individuali (proprie e altrui) in relazione alle caratteristiche dell’altra persona coinvolta e quelle della situazione.

La fiducia può essere così considerata come una particolare situazione interpersonale che implica elevata interdipendenza tra partner  in relazione ai loro scopi, che possono essere condivisi o esclusivamente personali, e nella quale possono essere di volta in volta determinanti l’impegno profuso nella relazione, le intenzioni (benevole o meno) degli attori, la volontà di questi di mettere in discussione le proprie motivazioni.

La fiducia da parte dell’altro si alimenterebbe, soprattutto, dalla trasformazione delle motivazioni individualistiche in motivazioni altruistiche (orientate all’altro o alla relazione) in modo che ne derivino comportamenti che ai suoi occhi attestino la volontà di sacrificarsi per il bene congiunto e/o per il suo bene esclusivo, anche solo sotto forma di comportamenti accomodanti. Altri autori, si focalizzano poi su aspetti come la prevedibilità dei partner (affidabili, interessati al benessere e ai desideri dell’altro), la lealtà verso l’altro e verso la relazione  e la fiducia nella forza e nella stabilità di entrambi .

La ricerca sulla fiducia dal punto di vista della relazione ‘persone X situazione’ è vasta e ha prodotto una mole altissima di dati. Le teorie presentate in questa breve rassegna sono quelle maggiormente citate.

Altre teorie sono disponibili, con ricerche che tendono a prestare attenzione anche ad aspetti molto specifici della situazione interpersonale, come l’odore o la distanza interpersonale .

Per queste ragioni anche una pur rapida escursione sui risultati disponibili divulgati  è al di fuori degli scopi di questo articolo.

Divulgazione a cura di Luigi Civolani .

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Inoltre Luigi Civolani e' il Presidente del Centro Studi Itineranti Associazione Teatrale no profit : : "G.A.GE.DI.S." Libera Universita' di Nuceria /. Teatro e vita . Pertanto tale iniziativa "NON RAPPRESENTA CONFIGURAZIONE di TESTATA GIORNALISTICA e/o prodotto editoriale ai sensi della legge 7 marzo 2001 n: 62, interpretando il DIRITTO SANCITO dell' articolo 21 della COSTITUZIONE ITALIANA sulla LIBERTA' di PENSIERO ed OPINIONE. CHI SONO IO ?..... Una maniera insolita ed introspettiva per conoscermi meglio, più da vicino …..CHI SONO IO ? ..... Dire di se stessi cosa si è, non è facile, anche perché ciò dipende dalla propria autostima. Ogni essere umano, di sé ha sempre due immagini : una reale ed un’altra ideale, e spesso dibatte tra ciò che è e tra ciò che crede di essere . Inoltre, per un uomo è ancor più difficile dibattersi in ciò che non vorrebbe essere. A me piacerebbe dir soltanto: “Sono un italiano, un essere umano creativo che quando può, cerca di applicare l’umanesimo integrale ed in presentazione, gradirei pure aggiungere : “sono fiero di essere nato a Napoli 65 anni fa e vivo nel Salernitano “. Solo ciò basterebbe per me, ma forse non per voi. Solitamente, la latente curiosità umana, sempre un po’ ipocrita, tende alla materialità del fare e del dire. Infatti se chiedete ad un uomo chi sei? questi vi risponderà subito dicendovi: “Io sono l’ingegnere tal dei tali , il dottor… l’avvocato…, il ragioniere…” e così via dicendo… e magari aggiungerà pure il verbo avere (possesso), ovvero," io ho… io ho ….io ho"… e costui non tenderà mai ad esprimere chi è veramente (anche perché non lo sa). Così tutti noi, non ci accorgiamo che non siamo ciò che facciamo ed abbiamo, ma solo noi stessi nel bene e nel male, o meglio NOI nel se, e prima ancora nel prese. Tale mia premessa è servita per accontentarvi anche in maniera differente e pertanto, visto che avete bussato alla “mia porta”, credo che una cosa la conoscete per certezza, e già da prima : Io sono un “provocautore”, spesso voce eretica dell’ insorgenza, ma come tutti gli autori, sono un creativo; io in etichetta mi presento in polivalenza, ovvero, un artista, un attore monologhista, uno scrittore, poeta, autore teatrale-monologhista; formatore, regista per il teatro civile e sociale di discorso. Però nella mia poliedricità ed eclettismo sono anche un aziendalista-imprenditore di me stesso e per terzi. Professionalmente sono psicologo- formatore comunicazionalista, (LNP, cv, cnv)…. il resto lo aggiungerete voi e mi auguro che in merito alle dimostranze le vostre “sentenze” siano indulgenti. In conclusione , per non annoiarvi più di tanto , preferisco rimandarvi ( e se lo vorrete) alla lettura completa della mia scaletta curricolare (biografia, ecc..), che troverete in questo blog. Infine ,in considerazione che non amo autocelebrarmi e quindi scrivere da solo (e per me) ”io chi sono” nel senso dell’ encomio, vi lascio in compagnia di una recensione scritta sul sottoscritto, dal Prof.re NEURO BONIFAZI, critico letterario già ordinario di letteratura italiana e filologia nella Università di Urbino, recensione scritta in occasione della pubblicazione editoriale della sua opera critico-antologica sulla storia della letteratura italiana contemporanea, ove il sottoscritto , è inserito e citato tra gli autori più meritevoli dell’ ultimo trentennio storico del 1900 . (Luigi Civolani.." Il ProvoC-Autore"-conduttore del blog .) _________________________________________________________________________________ P.S. : Neuro Bonifazi su Luigi Civolani: LUIGI CIVOLANI , tra gli altri premi e benemeriti già acquisiti, è stato insignito per ben tre volte del “Premio Lirici Greci “al concorso “Penisola Sorrentina “. Scrive poemi lirico-saggistici e prosa teatrale monologhista, di forte impegno sociale e morale, dove l’impronta lirica si adatta favorevolmente ed efficacemente al pensiero utopico e alla comunicazione efficace, oltre al rilevamento personale libertario e autobiografico : TRACCIA di ESEMPIO : Dell’ essere, la maturità vera/è quella che riesce a conservare/per sempre quella infantile./Scrivo per me/la scrittura mi aiuta/a buttar giù i pensieri/.Scrivo sempre a penna/e mai con una tastiera./La mia vera conversione/ è avvenuta quando la mano/alla penna/la lentezza del pensiero ha imposto/, prima erano le dita a inseguir la mente,/or è la mente che insegue la velocità delle dita. Recensione del Prof. Neuro Bonifazi .(Critico Letterario) su Luigi Civolani (Fine) . Mia PIATTAFORMA TELEMATICA ( parziale)su facebook. Inoltre Presente in esterno su internet -google -Twitter ed altri Social network famosi : –SU FACEBOOK Gruppi : ALTRA POLITICA Nocera Rivoluzionari da sempre, Fronte Civico -extraparlamentare Nocera-Agro il Portale del cittadino dissidente./ Nocera il Popolo Sovrano impegnato – CAFFE’ DELL’ ARTE POLIVALENTE – CASERMA TOFANO bene dismesso da riutilizzare – FRATELLANZA MASSONI E PROFANI Degni. Roosevelt unione sezioni Campane ed opere – GAGEDIS TEATRO D’INSIEME – 5 +STELLE (GAP-DD) GRUPPO Campano – 5 STELLE (GAP ) A SOSTEGNO e Supporto Sovranita' Popolare – GRUPPO ‘PORTA APERTA’ – IL PROVOCAUTORE ‘SOCIAL FORUM’ – INFORMA E FORMA bloggers – L’OMBRA DEL POPOLO nefandezze del palazzo e della piazza – NESSUNO ESCLUSO..Assieme ( progetto da vicino nessuno e' normale). – NO MENTI ASSOGGETTATE. A Porte aperte . La Civilta dei quartieri autogestiti Popolo Sovrano proponente ( Gruppo Nazionale) – /IO GOVERNO/LA FOLLA – SUA MAESTA’ IL CITTADINO . Cittadini per la Democrazia diretta partecipata da tutti i Comuni d'italia. – VITE DISOBBEDIENTI . Marco travaglio senza il bavaglio Demograzia diretta-Pagani Insenante -monologhista Unions club coalizione sociale( con Landini) ecc.ecc... Leggi tutti gli articoli di Luigi Civolani c510152025 pubblicati su "Provocazioni blog by altervista org → http://c510152025.altervista.org/ Contatti e-mail: [email protected]