Prefazione ed articolo/i di Luigi Civolani .
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PREFAZIONE:
L’ Unita’ D’ Italia andava fatta , pero’ in maniera diversa,meno rigida, senza caos legislativo e leggi complesse ed inique che solitamente creano disuguaglianze. Forse l’ idea migliore per l’ unita’ sarebbe stata (come fu anche proposto) quella di un sistema FEDERALE.
Sotto certi aspetti si riscontra una similitudine tra l’ Italia del 1861 e l’ Europa di oggi …pero’ (haime’) , molti storici-accademici nel trattare l’ argomento UNITA’ D’ ITALIA non si accorgono di opporre un pensiero politico di parte, cosa poco esemplare per la storiografia che a differenza dello storicismo che sa di opinionismo dovrebbe(deve) rimanere neutrale, ossia nel parere strettamente scientifico e mai di parte.
GLI STORICI -esperti dei conflitti, delle guerre, delle trame e delle cospirazioni,dei territori, della insorgenza,del dominio dei tiranni, e della miseria dei popoli, spesso non hanno considerazione dell’ aspetto storico-economico delle nazioni, che diversamente offre ragguagli piu propensi e propositivi,mirati alla comprensione della storia.
In conclusione come gia’ scritto, la mia critica va al “COME FU FATTA”L’ Unita’ D’ Italia senza nulla obbiettare sull’ idea di farla.La mia critica vada pure a sfavore della complessita’ che nella storia ha sempre dimostrato di creare DISUGUAGLIANZE.
__________ITALIA 1861 come L’ EUROPA di oggi____________
ARTICOLO/i dissertivivo/i
Di oggi leSimilitudini di ieri…
L’Europa unita che fatica a trovare un ideale comune, oltre all’euro, ha lo stesso problema dell’Italia del 1861: troppe leggi e troppo complesse che scavano un solco incolmabile tra popolo ed élite governanti,perché la complessità conduce alla disuguaglianza.
Quindi appassionarsi , spaziare, studiando, ricercando, comparando tra STORIA ed ECONOMIA.
La colpa, tanto per cambiare, è (quasi sempre) dei politici: tanto solerti a scrivere leggi complesse, quando pigri nell’assicurarsi che sia effettivamente possibile applicarle, o almeno comprenderne il contenuto. Il tutto a vantaggio di lobby e poteri occulti, che si insinuano indisturbati fino alle radici del sistema politico, manovrandolo a proprio piacimento.
Quello sul ruolo dello stato in ambito economico è un dibattito secolare. Agli albori dell’epoca degli stati nazionali, si narra che Colbert, il ministro delle Finanze francese sotto al Re Sole, chiese ai mercanti quale dovesse essere il ruolo dello stato ed un tale Legendre, ripose che il miglior aiuto era tenersi alla larga, lasciandoli liberi di fare i propri affari ed io aggiungo :ma sara’ meglio valutarli dopo e verificare se gli affari sono stati fatti solo per loro, augurandoci che in seguito non ci siano assimetrie di informazione , pensieri unici, egoismi e corruzioni . Lo stato deve impedire che alcune persone approfittino del libero mercato per farsi ricchi a spese di altri.
Per un politico la situazione migliore per i suoi problemi è dare la colpa agli altri.
” L’unificazione difficile tra ideali e realtà”, evidenzia gli errori dell’unificazione d’Italia e traccia un’interessante parallelo con quelli connessi al processo di unificazione dell’Europa.
Proviamo a ripercorrerli insieme: errore numero uno, cercare di creare un organismo centrale “summa” artificiale di entità statali eterogenee?
All’alba dell’Unità in Italia ci sono sette stati. Il Regno di Napoli esisteva da centinaia di anni, e l’ultimo re, Francesco II aveva solo 23 anni e sua madre era una Savoia. A un certo punto ci fu il movimento di Mazzini, per fare un Italia unita ma repubblicana e sbarazzarsi del re.
All’improvviso interviene il Piemonte, che era uno stato di fatto francese, con una famiglia regnante francese, ma che non potendo espandersi verso la Francia, aveva l’idea, parzialmente giustificata, di espandersi verso il Nord Italia, dove il Lombardo-Veneto era effettivamente occupato da stranieri.
La liberazione dall’occupazione straniera è uno dei punti cardine della narrativa risorgimentale. Eppure, nel processo che porto’ all’Unità d’Italia presero parte anche delle potenze straniere. A chi faceva comodo un’Italia unita?
All’improvviso viene questo signore che si chiama Garibaldi e si trova con tre grandi navi a Genova. Chi ha finanziato questa spedizione? Erano navi con migliaia di persone a bordo, che includevano mercenari, ad esempio ungheresi, colonnelli inglesi e persino “ospiti” come turisti, tra cui la moglie di Crispi. Queste navi, scortate dalla flotta inglese, arrivano in Sicilia.
La Sicilia non era molto contenta di fare parte del regno di Napoli, perché fino al 1815 era stata indipendente, per cui i siciliani non avevano mai accettato questa situazione.
Il Regno di Napoli però non aveva mai fatto guerra a nessuno, ed aveva relazioni diplomatiche con tutti i paesi al mondo, incluso il Piemonte, quindi non aveva neppure un vero esercito e non aveva veri nemici, eccetto l’Inghilterra che cercava di monopolizzare il potere nel Mediterraneo e vedeva il Regno di Napoli come un ostacolo.Difatti si puo’ constatare nei fatti della storia l’ appoggio degli inglesi a Garibaldi.Legge del Potere : “Cio’ che e’ ostacolo deve essere trasformato in alleanza condivisa”(per la sottomissione e le cospirazioni in seguito ci sara’ tempo) .
Se volessi sintetizzare il perche’ dell’ Unita’ D’ Italia o meglio la ragione di farla potrei scrivere semplicemente che Il Popolo si era stancato della tirannia degli Austriaci a Nord , Del Papato a Roma ed al Sud di tutto lo sfruttamento e gli agi della Monarchia parassita.
Garibaldi, l’eroe dei due mondi, “ANTIPATICO”? O molto “SIMPATICO “?
Garibaldi, come altri personaggi, aveva una relazione ambigua con l’Italia: era nato a Nizza, poi aveva vissuto in sud America, aveva sposato una rivoluzionaria brasiliana.
All’improvviso questo signore sbarca in Sicilia ed i siciliani lo aiutano. Non erano il solo: Francesco Crispi non era cattolico, Cavour aveva una madre protestante, nata in Svizzera.
Insomma, l’Unità d’Italia era meglio non farla?
Fu un errore non tanto l’unificazione, ma come fu fatta: se l’Italia fosse stata fatta repubblicana, con regole meno rigide ed un sistema federale — che era peraltro stato proposto- sarebbe stato meglio.
Il Piemonte di metà ottocento ha un sistema molto centralizzato, in cui ha preso tutte le brutte abitudini francesi: ad esempio, per essere mendicante uno aveva bisogno di un certificato rilasciato dal comune, che gli dava il permesso di essere mendicante e gli indicava in quale angolo di strada poteva chiedere l’elemosina.
All’improvviso tutti i paesi italiani si trovano amministratori piemontesi, che parlano un dialetto che è mezzo francese e mezzo italiano, con tutte queste regole assurde.
Nel sud c’è una reazione popolare che si chiama Brigantaggio, ma effettivamente è una guerra civile, aggravata da altre problematiche. Prima dell’Unità nel sud Italia i conventi occupavano il 40% dei terreni e la Chiesa li usava per fare beneficienza. Dopo l’unificazione il nuovo stato si appropria di questi terreni. Anche questo contribuisce ad aggravare la guerra civile e provocare decine di migliaia di morti.
La famosa frase “Fatta l’Italia facciamo gli italiani” di Massimo D’Azeglio, ai giorni nostri risuona come “fatta l’Europa, facciamo gli europei”?
Gli italiani ancora oggi non sono mai stati fatti. E lo stesso problema, forse anche con gli stessi errori riguarda l’Unione Europea.L’idea che da un giorno all’altro uno può andare a 27 stati si è rivelata molto ingenua. Molti stati sono entrati in questo “club” con l’idea “entriamo, riceviamo i finanziamenti ed il resto poi lo modifichiamo”.
Questo discorso vale anche per l’Italia, che pure è uno dei paesi fondatori, fin dal 1957, dell’allora Comunità Economica Europea?…NON SO VOI che mi leggerete cosa ne pensiate ma io una mia visione c’e’ l’ho ed ora vi FACCIO un esempio:
da un giorno all’altro si passa dalla lira all’euro: ma come si trasportano migliaia di euro senza avere problemi con la mafia? A parte questo, l’Italia ha avuto enormi benefici: da un giorno all’altro i tassi d’interesse che l’Italia pagava sul debito pubblico, che era già molto alto, dal 13% sono caduti al 5%. Eppure invece di ridurre la spesa pubblica, l’hanno aumentata pensando che siccome non paghiamo più per il debito, aumentiamo le spese. E’ vero che le regole non sono state rispettate, ma alcune potevano essere più flessibili.
Ultimo parallelismo, tra due “unità”: tra le conseguenze dei processi di unificazione c’è un aumento delle diseguaglianze economiche e da ultimo l’emergere di un altro fenomeno, quello delle migrazioni.
Prima dell’unificazione dell’Italia gli emigranti, che andavano principalmente in Argentina, Brasile, Stati Uniti, venivano dal settentrione. Da dopo l’unificazione il numero di emigranti dal sud è aumentato enormemente. Questo ha a che vedere con molti problemi, come quelli economici e del mercato del lavoro, che permangono tuttora. Ci sono troppi impedimenti in Italia di cui la gente non si dà conto, Essi si chiamano impedimenti Burocratici, ostacoli e lungaggini, e la gente e’ talmente abituata che non ci fa più caso.
L’ importante è capire perché la complessità conduce alla disuguaglianza”. A che cosa faccio riferimento? Agli” insetti (insetti sociali), parassiti che danneggiano rimanendo invisibili. Nell’architettura di uno stato le Gli insetti (“termiti”) sono le troppe leggi, ed il tempo che passa tra quando vengono approvate e quando danno i loro effetti.
Perché nessuno se ne accorge?
In questo modo si crea una sempre maggiore asimmetria tra l’accesso all’informazione e l’influenza esercitata dalle elites sul resto della società. Come ci si “disinfesta”?
Con una sola idea: semplicità. Un aspetto che più ci penso e più diventa un’ossessione per me. Abbiamo perso la semplicità come obiettivo della politica, economica e non solo. Ci siamo convinti che è necessario rendere le cose complicate. Vuoi andare sulla Luna? Bene, arrivarci prevede molte complicazioni.
Le leggi invece non devono essere complicate.
Si vuole applicare l’IVA? Basta dire che l’IVA è al 10% su queste categorie di prodotti. Punto. C’è bisogno di 50 parole. Invece in queste leggi ci sono migliaia di pagine, di eccezioni, di cavilli che creano possibilità per gli insetti- termiti di entrare .
FAKE NEWS:altro problema….
IO CREDO che il dibattito sulle fake news sia in realtà un tentativo delle autorità dominanti di dire, informatevi dove volete, ma leggete quello che vogliamo noi.
Questo è stato qualcosa di molto strano al mondo e per me una grande delusione. Quando è arrivato internet ed il libero scambio di informazioni io, come molti, avevo pensato che questo avrebbe portato a più democrazia e trasparenza. Ma non ci siamo resi conti che internet ha aperto la porta alle fake news: uno può mettere in circolo un’informazione totalmente sbagliata, che poi circola all’infinito, con un effetto moltiplicatore sfruttato ad arte da determinati gruppi che hanno interesse a farlo. Pensavo che più accesso all’ informazione e più informazione avrebbero migliorato il mondo, invece.
Invece il mondo corre molto veloce e ci sono paesi che faticano a tenere il passo. Di chi è la colpa?La competizione a livello internazionale è come una maratona: se corri un poco meno degli altri, per 100 metri non importa, ma poi il distacco diventa incolmabile L’Italia dal ’45 al ’75 è cresciuta ad un ritmo del 6% ed è passata dall’essere un paese povero a uno dei paesi del G7.
Il reddito pro capite italiano arrivò ad essere l’80% di quello americano. Dopo il 1980 la crescita è scesa al 2% fino al 2000 e poi non è cresciuta più.
Ora il reddito medio in Italia è inferiore al 60% di quello americano, e l’Italia rischia di perdere la sua posizione nel G7. Questo succede in molti paesi, anche in Russia.
La Russia dal punto di vista macroeconomico è in una situazione positiva: spende quasi come l’America, ha una distribuzione del reddito migliore, un deficit quasi nullo, ma sta crescendo più lentamente. Un paese così grande potrebbe fare molto di più: invece ci sono problemi di regolamenti, in alcuni settori c’è troppa influenza dello stato.
Ritorniamo al punto di partenza: uno stato che interviene troppo, spesso per ragioni politiche e non economiche, crea un effetto negativo sulla crescita.
Crescita o recessione: che cosa attende l’Italia nel 2019?
Se l’Italia continua ad andare avanti sulla strada attuale, non ha nessuna speranza di riprendersi. Ci vuole una rivoluzione culturale per scegliere precisamente quello che lo stato deve fare: non puoi avere gente che per ragioni populistiche dice “abbiamo promesso questo, dobbiamo farlo a tutti i costi”.
E’ bello invitare amici a cena ed offrire caviale, ma se poi in seguito non hai piu’ denaro e comprendi che oggi non è piu’ come ieri, devi aver l’ intelligenza di cambiare programma .
IN CONCLUSIONE , ora lasciatemi che io esprima il mio pensiero sull’ “altra italia” : IL SUD .Sono partito dalle similitudine del 1861 comparandole con le contemporanee complessita’ e disuguaglianze EUROPEE, una ripassatina sulla “unita’-disunita” all’taliana pure l’ ho trattata , ma non posso non augurarmi che la questione meridionale prima o poi venga compresa negli errori e non nel criterio di Unita’ dovuta, e che si smetta con tale tematica di divedere gli Italiani a mezzo di una storiografia delle parti che non ci portera’ mai da nessuna parte.
Anzi tale parassitaria condizione ,servira’ a moltiplicare gli errori,magari immagineremo come si sarebbe potuta fare un’ UNITA’ meno rigida e piu’ equa e fraterna .
Nell’ attesa di questo sogno possibile un mio ulteriore augurio vada rivolto al pentimento di molti presunti o meglio mascherati (finti) MERIDIONALISTI ,buoni solo a speculare, ed un pensiero lo rivolgo pure ai fans-ultra del Nord , solo buoni a fomentare odio. A tutti voi dico: “vi conviene un buon ripasso sulla storia dei fatti e non su quella delle opinioni”.
LUIGI CIVOLANI.
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