INFORMAZIONE PARTECIPATA oneline …Liberta’ di comunicare altrimenti e’ inutile parlare di liberta’ ..La stampa non è Libera….
Provocazioni BLOG LUIGI CIVOLANI i ed i blogger videomaker che contano come MIRKO ERRICO al vostro servizio.
NON IMPORTA SAPER AD OGNI COSTO CHI HA LANCIATO ARMI CHIMICHE, L’unica realta ‘e’ che muoino donne, bambini , uomini che non hanno avuto nemmeno il tempo di pensare a salvarsi.
APRITE GLI OCCHI !! leggete almeno 10 articoli,fatevi un vostro giudizio e non imponetelo agli altri , il giornalismo si e’fatto beccare dalle menzogne come sempre accade .
TUTTO CIO’DURERA’ FINO A QUANDO LA POLITICA INTERNAZIONALE SARA’ RAPPRESENTATA DA QUESTE ESCREMENZE UMANE.
“Il video dei bambini di Douma con le maschere d’ossigeno è vero… ma la verità è un’altra?… Dice fisk :Quelle persone furono colpite da ipossia (mancanza di ossigeno), non da gas nervini. Ecco il perché delle maschere sul volto.
- Postato da Vincenzo Bellisario
1-prima NOTA: Giampaolo Rossi: “IL PRIMO AD ENTRARE…”
«“Questa è la storia di una città chiamata Douma, un luogo devastato e maleodorante di palazzi distrutti – e di una clinica sotterranea le cui immagini di sofferenza hanno permesso a tre delle nazioni più potenti del mondo occidentale di bombardare la Siria la scorsa settimana”.
Inizia cosi, sul quotidiano britannico The Indipendent, il racconto di Robert Fisk, uno dei più famosi giornalisti al mondo, direttamente da Douma.
Fisk, reporter di fama internazionale, è stato il primo ad entrare nei giorni scorsi nella città liberata dall’esercito siriano; ha visitato il famoso ospedale dove sono state girate le immagini dei bambini con le maschere di ossigeno, prova fondamentale che l’Occidente ha preteso per accusare Assad di aver usato armi chimiche e scatenare il bombardamento su Damasco e Homs.
Fisk ha parlato con Assim Rahaibani, il medico che era presente quel giorno quando i feriti giunsero nell’ospedale. E ciò che viene raccontato è sconvolgente: il video è vero ma la verità è un’altra: “quei civili erano sopraffatti non dal gas ma dalla carenza di ossigeno dentro i tunnel e negli scantinati in cui vivevano, in una notte di vento e bombardamenti pesanti che hanno scatenato una tempesta di polvere”.
Quella notte, continua il testimone, “ci furono molti bombardamenti [da parte delle forze governative]” ma c’era anche “molto vento e le nuvole di polvere cominciarono a invadere gli scantinati e le cantine dove vivevano le persone”.
“Il video di dei bambini di Douma con le maschere d’ossigeno è vero… ma la verità è un’altra??…
IL VIDEO INTEGRALE DEI BAMBINI CON LE MASCHERE https://youtu.be/WDI298gTMD0
PER ORA le cose in base ai dati di fatto disponibili stanno COSI ‘ SECONDO le verita ‘ o bugie di Fisk:
Quelle persone furono colpite da ipossia( ?)(cioè da mancanza di ossigeno) non da gas nervini(?). Ecco il perché delle immagini di quei bambini con le maschere sul volto; sarin e agenti nervini non c’entravano nulla.
Poi, continua l’anziano medico siriano, “qualcuno alla porta, un «Casco bianco», gridò “Gas!”, ed è cominciato il panico. La gente ha iniziato a gettare acqua l’una sull’altra. Sì, il video che è stato girato qui, è autentico, ma quelle che vedi sono persone che soffrono di ipossia – non di intossicazione da gas“.
Robert Fisk afferma anche che quella del dott. Rahaibani non è l’unica testimonianza. A Douma: “ci sono molte persone con cui ho parlato tra le rovine della città che hanno detto di non aver mai creduto a storie di gas, che di solito venivano messe in giro dai gruppi armati islamici”; quelli che l’Occidente chiama Ribelli e che gli abitanti di Douma chiamano jihadisti o “terroristi”, perché “il termine che usa il Regime è un termine usato da molte persone in tutta la Siria”.
Fisk afferma nel suo reportage di aver “attraversato la città abbastanza liberamente ieri senza soldati, poliziotti o agenti di sicurezza a seguire i miei passi, solo due amici siriani, una macchina fotografica e un taccuino”. Eppure nessuna traccia di gas e nessuna testimonianza che ne comprovasse l’esistenza.
SMENTITI GOVERNI OCCIDENTALI
Il reportage di Fisk smentisce categoricamente la versione di Usa, Gran Bretagna e Francia, secondo i cui governi vi era “un alto grado di fiducia” (non la certezza) che il regime siriano avesse bombardato con armi chimiche.
Secondo l’intelligence occidentale la fiducia proveniva da rapporti di “Organizzazioni mediche non governative attive nella regione come la Syrian American Medical Society” composta da medici americani di origine siriana che operano in Turchia e nei territori sotto il controllo dei ribelli, e poi da “testimonianze, foto e video apparsi spontaneamente su siti Web specializzati, sulla stampa e sui social media”.
In altre parole i governi occidentali hanno deciso di sferrare un attacco contro la Siria sulla base di un’accusa provata da video su You Tube e dai “sentito dire” di profughi fuggiti da Douma con i ribelli e che lo avrebbero raccontato ad organizzazioni anti-Assad. Nessun prova confermata da esperti internazionali, dall’OPCW o da organismi preposti.
Fisk si chiede: “com’è possibile che i profughi di Douma che avevano raggiunto campi in Turchia abbiano descritto un attacco di gas che nessuno oggi a Douma ricorda?” Bella domanda. Forse perché l’attacco chimico non c’è mai stato? Mistero …..
VERITÀ NASCOSTE
D’altronde lo stesso bombardamento occidentale presenta strane verità nascoste. Come abbiamo raccontato in questo articolo, il laboratorio di Barzah a Damasco, distrutto da ben 70 missili americani, non era un Centro di produzione di armi chimiche, e lo confermò un mese fa l’OPCW dopo aver effettuato due ispezioni senza riscontrare la benché minima attività illegale, né presenza di sostanza vietate.
Fisk è stato il primo giornalista arrivato a Douma a testimoniare una possibile manipolazione della verità su ciò che è accaduto; ma non il solo. Il reporter Pearson Sherp ha documentato per il canale OAN (One American News Network, emittente conservatrice filo-Trump) che secondo le testimonianze raccolte nella città, sono stati i ribelli ad inscenare l’attacco chimico allo scopo di generare il caos necessario ad fuggire dalla città.
Insomma, il caso Douma potrebbe essere l’ennesima messa in crisi della verità su cui si è costruita tutta la guerra in Siria.E’ pur vero che
Rimane l’assurdità di un bombardamento occidentale al di fuori del Diritto internazionale, voluto per ragioni che non hanno nulla a che fare con i motivi umanitari e, se il reportage di Fisk fosse confermato, anche fondato su una colossale bugia.
Se il reportage di Fisk fosse confermato ci troveremmo davanti ad una colossale fake news della quale i governi occidentali, i media e gli “intellettuali umanitari” potrebbero dover rispondere al mondo.»
_________________________________________________ALTRE VERITA’? BUGIE?
laboratorio chimico a Douma, è dei ribelli”
La “verità” fornita dallʼesercito di Putin per contrastare gli attacchi ad Assad da parte dellʼOccidente
I militari russi sostengono di aver trovato un laboratorio a Douma, in Siria, usato dai miliziani per fabbricare armi chimiche. “Un laboratorio chimico e un deposito di sostanze chimiche sono stati trovati durante un’ispezione – spiega alla tv Rossiya-24 Alexander Rodionov, un portavoce delle truppe di Mosca – . Hanno trovato un contenitore di cloro simile a quello usato dai miliziani per mettere in scena il falso attacco chimico”.
Mosca a Macron: “Smetta manipolare l’opinione pubblica” – La Russia intanto risponde all’Eliseo e alle accuse francesi che puntavano il dito contro Mosca, rea, a loro dire, di bloccare l’accesso al sito del presunto attacco chimico in Siria. Nel frattempo la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova ha invitato i Paesi occidentali a “smettere di manipolare l’opinione pubblica” sulla questione, sottolineando che “non è chiaro il motivo per cui il ministero degli esteri francese stia parlando in nome dell’Opac (Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche). Se gli ispettori hanno avuto problemi, facciano una dichiarazione su questo problema”, ha detto.
Il governo francese ha detto che “molto probabilmente” le prove sarebbero “scomparse” dal sito di un presunto attacco chimico su Douma, prima che arrivassero gli esperti. Zakharova ha definito l’accusa “molto sorprendente”, affermando che la Russia ha sostenuto l’ispezione. Gli Stati Uniti e la Gran Bretagna hanno anche espresso preoccupazione che Mosca potesse manomettere le prove sul sito. “Chiediamo ai paesi occidentali che hanno preso parte all’illegittimo bombardamento della Siria di smettere di manipolare l’opinione pubblica e interferire nel lavoro delle organizzazioni internazionali”, ha detto Zakharova. Il Cremlino ha smentito che la Russia e la Siria stessero bloccando l’accesso: “accuse infondate”.
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______________________Di LUIGI CIVOLANI__________
POLITICA Estera e COSPIRAZIONI
Amo pubblicare in un discorso d’ insieme trasversale e nella piena neutralita’ , per dissertare ed informarvi su tutto quanto tanti altri blogger o altre figure non vi dicono, oppure vi comunicano in maniera parziale, isolata e senza offrirvi una piena visione globale sulle questioni…. .(Luigi Civolani).
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Déjà Vu delle accuse inglesi alla Russia
marzo 21, 2018
PROVOCAZIONI BLOG LUIGI CIVOLANIsupporta in divulgazione-Traduzione di Alessandro Lattanzio /. : da Wayne Madsen SCF 20.03.2018
PROVOCAZIONI BLOG a cura di LUIGI CIVOLANI Supporta e divulga le Notizie che non strisciano : Traduzione di Alessandro Lattanzio.
Porton Down, oscuro segreto sulle armi chimiche del Regno Unito
marzo 2018
Fonte : True Publica, 16 marzo 2018
“Dal 1916 più di 25000 militari hanno preso parte ai test a Porton Down, dove gli scienziati svilupparono armi chimiche e dispositivi di protezione. È il programma più longevo di test di armi chimiche su esseri umani del mondo“. (Porton Down)Vi hanno sede due strutture governative del Regno Unito: il Laboratorio di scienza della difesa (Dstl) del ministero della Difesa, noto da oltre 100 anni come uno dei più segreti e controversi servizi di ricerca militare del Regno Unito, che copre 7000 acri. Il compito del laboratorio era condurre ricerche sugli agenti per armi chimiche delle forze armate inglesi nella prima guerra mondiale, come cloro, gas mostarda e fosgene.
Quando terminò la Seconda guerra mondiale, lo stato avanzato della tecnologia tedesca sugli agenti nervini organofosforici, come tabun, sarin e soman, sorprese gli alleati, desiderosi di capitalizzarla.
La successiva ricerca ebbe gli agenti nervini tedeschi appena scoperti come punto di partenza, portando infine al gas nervino VX, sviluppato a Porton Down nel 1952. Alla fine degli anni ’40 e all’inizio degli anni ’50, la ricerca a Porton Down mirava a fornire alla Gran Bretagna i mezzi per armarsi di moderni agenti nervini e sviluppare specifici mezzi di difesa contro di essi.
I test per determinare gli effetti degli agenti nervini su soggetti umani, suscitò accuse persistenti di esperimenti su umani a Porton Down. Nel 1942, la Gruinard Island, in Scozia, fu pericolosamente contaminata dall’antrace dopo che una nuvola di spore di antrace fu deliberatamente rilasciata sull’isola durante un esperimento. “Dal 1945 al 1989, Porton ha esposto migliaia di “cavie” umane al gas nervino. Sembra probabile che Porton abbia testato più soggetti umani con gas nervino, e nel periodo più lungo, che qualsiasi altro stabilimento scientifico nel mondo”, riferiva The Guardian nel 2004. Altre due nazioni ammisero di testare il gas nervino su umani, ma mai nelle dimensioni del Regno Unito: le forze armate statunitensi contaminarono circa 1100 soldati tra il 1945 e il 1975, e il Canada un piccolo numero prima del 1968.
Tra il 1963 e il 1975, la MRE condusse test a Lyme Bay, nel Dorset, in cui vennero spruzzati batteri vivi da una nave, per farli arrivare a riva col vento simulando un attacco con l’antrace. I batteri spruzzati erano il Bacillus globigii e l’Escherichia coli meno pericolosi, ma in seguito fu ammesso che i batteri danneggiarono alcune persone vulnerabili.
La città di Weymouth era sottovento durante l’irrorazione. Quando i test divennero di pubblico dominio alla fine degli anni ’90, il Consiglio della contea di Dorset, i Consigli comunali di Weymouth e Portland e il Consiglio distrettuale di Purbeck richiesero un’inchiesta pubblica sugli esperimenti. Il governo si rifiutò. Nello stesso periodo, Porton Down fu indagata per 25 morti riguardanti iniezioni di antrace, vaiolo, poliomelite e peste bubbonica su ignari volontari. Per 30 anni il governo rifiutò qualsiasi richiesta.
Porton Down fu coinvolta in test umani in vari momenti dell’utilizzo del sito da parte del ministero della Difesa. 20000 persone presero parte ai vari studi dal 1949 al 1989. Dal 1999 al 2006 fu indagata con l’operazione Antler.
Nel 2002 una prima inchiesta e nel maggio 2004, una seconda inchiesta sulla morte di Ronald Maddison, durante i test sull’agente nervino sarin, iniziate dopo che genitori e amici fecero pressioni per anni (51, NdT), scoprirono che la sua morte fu un crimine.
“Ronald Maddison aveva 20 anni quando prese parte a quello che, si pensava, fosse un esperimento per trovare una cura al raffreddore, nel maggio 1953. L’aviere morì pochi minuti dopo e l’inchiesta originaria, tenuta riservata per “ragioni di sicurezza nazionale”, decretò che morì per asfissia, ma i commilitoni affermarono che fu esposto al mortale agente nervino Sarin nel centro di guerra chimica e biologica del governo nel Wiltshire”.
La maggior parte del lavoro svolto a Porton Down rimane segreta. Bruce George, membro del parlamento e presidente del comitato scelto sulla Difesa, dichiarò alla BBC News il 20 agosto 1999 che: “Non direi che la Commissione Difesa gestisca in modo microscopico DERA o Porton Down.
Lo visitiamo, ma, con undici membri del Parlamento e cinque membri del personale che lavorano in un dipartimento labirintico come il ministero della Difesa e le Forze Armate, sarebbe del tutto errato e fuorviante dire che sappiamo tutto ciò che succede a Porton Down.
È troppo grande per saperne, e in secondo luogo, ci sono molte cose che accadono lì che non sono nemmeno certo se i ministri ne siano pienamente consapevoli, per non parlare dei parlamentari“. Diversi dipartimenti di Porton Down attuano vari esperimenti su animali. Il dipartimento di Scienze biomediche è coinvolto nella valutazione della tossicodipendenza e nei test di efficacia, inclusi studi di tossicologia, farmacologia, fisiologia, scienze comportamentali, scienze umane, traumi e chirurgia. Il dipartimento di Scienze fisiche utilizza animali nella sua ricerca “Armor Physics“.
Come altri aspetti della ricerca di Porton Down, i dettagli precisi degli esperimenti sugli animali sono generalmente tenuti segreti. I media suggerivano che comprendessero esposizione di scimmie all’antrace, drenaggio del sangue dai maiali, iniezione di batteri E. coli ed esposizione di animali a vari agenti nervini tossici e letali. In un caso del 2000 fu riferito che la polizia studiava i test di guerra chimica a Porton Down ed esaminava almeno 45 morti. Non ci sono ulteriori informazioni sul risultato di queste indagini.
Centinaia di veterani sottoposti a test nell’impianto per la guerra chimica di Porton Down hanno ricevuto un risarcimento di 3 milioni di sterline, secondo il ministro della Difesa Derek Twigg, nel gennaio 2008. In una dichiarazione scritta ai parlamentari, Twigg diede le prime piene scuse del governo ai militari, dicendo: “Il governo si scusa sinceramente con chi potrebbe essere stato colpito“.
Il riconoscimento fu salutato dai rappresentanti dei veterani, che dichiararono di essere stati indotti a partecipare ai test presso l’impianto del Wiltshire durante la guerra fredda. Molti credevano che cercassero una cura per il raffreddore. 369 militari affetti lanciarono un’azione legale contro il ministero della Difesa lo scorso marzo, sostenendo che i test, tra cui invio alle camere a gas ed esposizione a gas nervino, gas mostarda e gas lacrimogeni, gli avevano causati problemi di salute che andavano dalle malattie respiratorie a cancro e problemi psicologici.
Eric Gow, presidente del Porton Down Veterans’ Group, dichiarò: “Sono così dispiaciuto e arrabbiato che molti dei nostri compagni siano morti prima di arrivare a questo punto, ma sono sicuro che oggi ci guarderanno con una certa soddisfazione“.
Solo sei mesi prima, gli attivisti per i diritti degli animali reagirono con rabbia e shock dopo che si scoprì che il laboratorio da guerra del governo faceva test su quasi tre volte più scimmie dell’anno precedente. Le richieste del Freedom of Information hanno rilevato che 2745 animali, tra cui macachi, maiali e uistitì, vi erano alloggiati.PROVOCAZIONI BLOG a cura di LUIGI CIVOLANI Supporta e divulga le Notizie che non strisciano : Traduzione di Alessandro Lattanzio.
La minaccia delle armi biologiche etniche
dicembre 2, 2017 PROVOCAZIONI BLOG a cura di LUIGI CIVOLANI Supporta e divulga le Notizie che non strisciano : Traduzione di Alessandro Lattanzio.
Tony Cartalucci – LD 30 novembre 2017La filiale di biologia molecolare del 59.mo Stormo medico dell’US Air Force ha rivelato di aver raccolto specificamente campioni di RNA e tessuti sinoviali (connettivi) russi, suscitando timori in Russia su un possibile programma specifico di armi biologiche etniche degli Stati Uniti.
L’articolo di TeleSUR, “Timori sulla ‘bomba etnica’ mentre l’aeronautica statunitense conferma la collezione di DNA russo“, riferisce: “La Russia si preoccupa dei tentativi delle forze armate statunitensi di raccogliere campioni di DNA dai cittadini russi, rilevando il potenziale uso di tali campioni biologici per creare nuove armi per la guerra genetica.
L’aeronautica statunitense ha cercato di placare le preoccupazioni del Cremlino, osservando che i campioni sarebbero stati usati solo per cosiddetti scopi di “ricerca” piuttosto che bioterrorismo.
Riferendosi ai rapporti russi, il portavoce del Comando dell’US Air Education and Training Captain Beau Downey ha detto che il suo centro ha scelto casualmente il popolo russo come fonte di materiale genetico nella ricerca del sistema muscolo-scheletrico”.
Il rapporto affermerebbe inoltre che: “Tuttavia, l’uso di campioni di tessuti russi nello studio dell’USAF ha alimentato il vecchio sospetto che il Pentagono continui a sviluppare una presunta “arma biologica” rivolta specificamente ai russi”. Il Presidente Vladimir Putin avrebbe dichiarato: “Sapete che materiale biologico viene raccolto in tutto il Paese, da diversi gruppi etnici e persone che vivono nelle diverse regioni geografiche della Federazione Russa? La domanda è: perché? È intenzionale e professionale”.
Mentre le forze armate statunitensi tentano d’ignorare l’idea che qualsiasi tipo di arma biologica etnica sia oggetto di ricerca, la nozione di tale arma non è affatto inverosimile. I documenti politici statunitensi le includono nella pianificazione geopolitica e militare degli USA da due decenni, e l’Aeronautica statunitense stessa ha prodotto documenti riguardanti le varie combinazioni in cui tali armi si potrebbero usare.
C’è anche la storia inquietante delle nazioni occidentali che hanno perseguito specifiche armi biologiche etniche in passato, come il regime dell’apartheid in Sud Africa che cercò di utilizzare il programma nazionale di vaccinazione come copertura per sterilizzare segretamente la popolazione nera.
Le carte politiche degli Stati Uniti hanno discusso di bioarche etniche specifiche, “Nel rapporto del neo-conservatore Per un nuovo secolo americano (PNAC) del 2000 intitolato. “Ricostruire le difese dell’America” si afferma:
“La proliferazione di missili balistici e da crociera e di velivoli senza pilota a lungo raggio (UAV) renderà molto più facile proiettare potenza militare in tutto il mondo. Le munizioni stesse saranno sempre più precise, mentre nuovi metodi di attacco, elettronico, “non letale”, biologico, saranno ancor più disponibili”. (p.71) Inoltre dichiarava: “Anche se ci vorrà qualche decennio perché il processo di trasformazione si compia, l’arte della guerra in aria, terra e mare sarà molto diversa dall’attuale, e il “combattimento” probabilmente avrà luogo in nuove dimensioni: spazio, “cyber-spazio” e forse mondo dei microbi”. (p.72)
E infine: “E forme avanzate di guerra biologica che possono “colpire” specifici genotipi possono trasformare la guerra biologica da regno del terrore in strumento politicamente utile”. (p.72) Più di recente, nel 2010, l’aeronautica statunitense in un documento di controproliferazione intitolato “Biotecnologie: patogeni geneticamente modificati“, elenca diversi modi in cui tali armi potrebbero essere utilizzate: “Il gruppo JASON, composto da scienziati accademici, era consulente tecnico del governo degli Stati Uniti.
Il suo studio ha generato sei classi di patogeni geneticamente modificati che potrebbero rappresentare gravi minacce per la società. Questi includono, ma non si limitano, armi biologiche binarie, geni progettati, terapia genica come arma, virus stealth, malattie trasmissibili e malattie progettate”.
Il documento discute la possibilità che una “malattia possa spazzare via l’intera popolazione o un determinato gruppo etnico“. Mentre il documento sostiene che lo scopo è studiare tali armi per svilupparne le difese, la storia delle aggressioni militari globali degli USA, quale unica nazione ad aver mai usato armi nucleari contro un altro Stato nazione, suggerisce l’alta probabilità che se tali armi possono essere prodotte, gli Stati Uniti le avranno già stoccate, se non già schierate.
Il programma Coast del Sud Africa e il Biotech
La nozione dell’occidente che utilizza tali armi ha già un precedente allarmante. Il regime dell’apartheid in Sud Africa, nel rapporto delle Nazioni Unite intitolato “Project Coast: il programma di guerra chimica e biologica dell’apartheid”, spiega: “Ci fu una certa interazione tra i laboratori di ricerca Roodeplaat (RRL) e Delta G (laboratori di armi biologiche e chimiche), con Delta G che prese alcuni progetti biochimici di RRL ed RRL che eseguiva test su animali di alcuni prodotti Delta G. Un esempio di questa interazione riguardava il lavoro anti-fertilità.
Secondo i documenti dei RRL (Roodeplaat Research Laboratories), la struttura aveva numerosi brevetti volti a sviluppare un vaccino anti-fertilità. Questo era un progetto personale del primo amministratore delegato di RRL, dott. Daniel Goosen. che svolse ricerche sui trapianti di embrioni, e disse alla TRC che lui e Basson avevano discusso la possibilità di sviluppare un vaccino anti-fertilità che potesse essere somministrato in modo selettivo, all’insaputa del ricevente.
L’intenzione, disse, era somministrarla a donne sudafricane nere”. All’epoca, la tecnologia sembrava non essere sufficientemente matura per realizzare le ambizioni del regime dell’apartheid. Tuttavia, la tecnologia non solo oggi esiste, ma ci sono esempi di come sia usata con effetti spettacolari finora, ma potrebbe altrettanto facilmente essere usata per danneggiare.
Il suddetto documento dell’US Air Force entra nei dettagli riguardanti ciascuna arma elencata, inclusa una: “terapia genica che potrebbe essere la pallottola d’argento del trattamento di malattie genetiche umane.
Questo processo comporta la sostituzione di un gene cattivo con uno buono normalizzando la condizione del ricevente. Il trasferimento del gene “sano” richiede che il vettore raggiunga l’obiettivo.
I vettori comunemente usati sono “virus geneticamente modificati per trasportare DNA umano normale” come “retrovirus, adenovirus, virus adeno-associati e virus herpes simplex”.
La terapia genica è già utilizzata negli studi clinici per curare in modo permanente tutto, dai tumori del sangue alle malattie genetiche rare”. Il New York Times, in un articolo intitolato, “La terapia genica crea una pelle sostitutiva per salvare un moribondo”, riferisce una delle ultime scoperte utilizzando la tecnologia, affermando: “I medici in Europa hanno usato la terapia genica per far crescere fogli di pelle sana che hanno salvato la vita di un ragazzo con una malattia genetica che gli aveva distrutto la maggior parte della pelle, secondo quanto riferito dal team alla rivista Nature.
Questo non è stato il primo utilizzo del trattamento, che aggiunge la terapia genica a una tecnica sviluppata per coltivare innesti cutanei per le vittime di ustioni. Ma era di gran lunga la maggior parte della superficie corporea mai coperta da un paziente con una malattia genetica: nove piedi quadrati”. Si potrebbe immaginare un’arma malvagia usata al contrario per eliminare i geni che mantengono la pelle sana, causando la formazione di vesciche sulla pelle della vittima.
Nell’utilizzare la terapia genica come arma, il rapporto dell’US Air Force nota: “Si prevede che la terapia genica aumenti di popolarità. Continuerà ad essere migliorata e potrebbe essere indubbiamente scelta come arma biologica. La rapida crescita della biotecnologia potrebbe innescare maggiori opportunità di trovare nuovi modi per combattere le malattie o crearne di nuove.
Le nazioni attrezzate a gestire le biotecnologie probabilmente considereranno la terapia genica una valida arma biologica. Gruppi o individui senza risorse o finanziamenti troveranno difficile produrne”. Riguardo ai “virus invisibili”, una variante della tecnica di terapia genica armata, il rapporto afferma: “Il concetto base di questa potenziale arma biologica è “produrre un’infezione virale criptica, strettamente regolata, che può entrare e diffondersi nelle cellule umane usando vettori” (simile alla terapia genica) e poi rimanere latente per un periodo di tempo fin quando non viene innescata da un segnale esterno.
Il segnale quindi potrebbe stimolare il virus a causare gravi danni al sistema. I virus stealth potrebbero anche essere adattati per infettare segretamente una popolazione presa di mira a lungo periodo usando la minaccia di attivarla per ricattarla”. Con le terapie geniche già approvate per la vendita nell’Unione europea e negli Stati Uniti, e con altre in arrivo, non è impossibile che anche le terapie genetiche nascoste e armate siano già state sviluppate, e siano in attesa o già dispiegate come “virus stealth”.NOTE A Cura di LUIGI CIVOLANI
Sviluppo e diffusione
Gli Stati Uniti hanno una rete globale di laboratori e centri di ricerca medici militari. Oltre al 59.mo Stormo medico coinvolto nella raccolta del materiale genetico russo, gli Stati Uniti coprono l’intera regione del sud-est asiatico da Bangkok, in Thailandia, coll’Istituto di ricerca delle scienze mediche (AFIRMS).
Mentre afferma pubblicamente che “conduce ricerche mediche all’avanguardia e sorveglia le malattie per sviluppare e valutare prodotti medici, vaccini e diagnostica per proteggere il personale del DoD dalle malattie infettive“, il personale, le attrezzature e la ricerca potrebbero facilmente essere usati per scopi duali creando qualsiasi bioarca etnica specifica “teorica” summenzionata. Il sito dell’ambasciata USA in Thailandia afferma che AFIRMS è la più grande rete mondiale di laboratori medici militari, sostenendo: “AFRIMS è la più grande rete mondiale di laboratori di ricerca medica all’estero del dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, con laboratori gemelli in Perù, Kenya, Egitto, Repubblica di Georgia e Singapore. USAMD-AFRIMS ha circa 460 membri (prevalentemente tailandesi e statunitensi) e un budget di ricerca annuale di circa 30-35 milioni di dollari”.
Con laboratori in Sud America, Europa, Africa e Asia, e attraverso l’uso di subappaltatori, l’esercito statunitense ha accesso a una varietà di materiali e strutture genetiche per condurre ricerche e sviluppare tutte le armi descritte dai documenti politici. Attraverso i programmi finanziati dal dipartimento di Stato degli Stati Uniti, gli Stati Uniti potrebbero facilmente creare campagne di “vaccini” e “cliniche” per impiegare le armi biologiche sopra descritte in vari modi.Combattere al buio e illuminare
Il documento dell’US Air Force sottolineava anche: “Gli attacchi da guerra biologica possono assomigliare ad epidemie naturali e sarebbe molto difficile risalire alla fonte, sottovalutando così le azioni del perpetratore”.
E in effetti, le nazioni senza la capacità di sequenziare, rilevare e reagire in modo indipendente armi biologiche genetiche etniche specifiche potrebbero essere già state prese di mira, o potrebbero essere prese di mira in qualsiasi momento senza alcun modo di saperlo, per non parlare di reagire. D’altra parte, le nazioni con non solo un’industria biotech ben sviluppata, ma anche con laboratori militari focalizzati sia sul rilevamento che sul lancio di una guerra biologica con tali armi, combatterebbe una guerra contro un nemico bendato.
Per rimuovere la benda, i governi e le istituzioni militari di tutto il mondo, così come le comunità e le istituzioni locali, dovrebbero sviluppare ed avere accesso a un mezzo rapido ed efficiente per sequenziare il DNA, individuare anomalie e sviluppare possibili terapie geniche correttive o “patch” di DNA armati dannosi introdotti nella popolazione.
La sorveglianza della guerra biologica dovrebbe essere effettuata non solo sulla popolazione di una nazione, ma anche su cibo e acqua, patrimonio zootecnico, fauna selvatica ed insetti.
Le colture geneticamente modificate sono state progettate per colpire e spegnere i geni degli insetti e potrebbero essere altrettanto facilmente utilizzate per colpire i geni umani. L’articolo di Science Daily, “Le colture che uccidono i parassiti spegnendone i geni“, afferma: “Le piante sono tra i molti eucarioti che possono “spegnere” uno o più dei loro geni usando un processo chiamato interferenza RNA per bloccare la traduzione delle proteine. I ricercatori ora armano questo processo con colture ingegneristiche per produrre specifici frammenti di RNA che, dopo l’ingestione da parte degli insetti, provocano interferenze RNA arrestando un gene bersaglio essenziale per la vita o la riproduzione, uccidendo o sterilizzando gli insetti”.
Gli studi sono ancora in corso per determinare quali danni gli organismi geneticamente modificati (OGM), allo stato attuale, fanno alla salute umana. Individuare e reagire a OGM sottili e armati sarà ancora più difficile. L’uso di zanzare geneticamente modificate per inoculare “vaccini” è un altro possibile vettore per le armi biotecnologie.
La natura sempre più “globale” di molti programmi di vaccinazione è anche un pericolo incombente, soprattutto perché sono diretti principalmente da potenze occidentali, che protessero, cooperarono, aiutarono e persino favorirono il regime dell’apartheid sudafricano, anche su vari programmi di armamenti. Il biotech non è solo questione di economia, ma anche questione di sicurezza nazionale.
Consentire a società straniere che rappresentano interessi stranieri compromessi o nebulosi di produrre vaccini per uso umano o veterinario o di alterare i genomi delle colture agricole di una nazione, per qualsiasi beneficio percepito, non può evitare possibili ed attuali minacce.
In un mondo in cui la guerra si estende allo spazio cibernetico e genetico, le nazioni che non dispongono di sistemi sanitari indipendenti in grado di produrre propri vaccini o di gestire la propria biodiversità, si ritrovano indifese come nazioni senza eserciti, flotte o aeronautiche.
Per quanto impressionanti siano le capacità militari convenzionali di una nazione, la mancanza di una pianificazione e di difese adeguate a questa nuova e crescente minaccia biotech attenua i possibili vantaggi e massimizza tale fatale debolezza. Se la genetica è una forma d’informazione vivente, i concetti IT familiari agli esperti di sicurezza possono rivelarsi utili per spiegare come salvaguardarsi dal “codice” malevolo introdotto nei nostri sistemi viventi.
La capacità di “scansionare” il nostro DNA ed individuare il codice dannoso, rimuoverlo o curarlo e di sviluppare salvaguardie contro di esso, includendo il “backup” dei singoli genomi biologicamente e digitalmente, non impedirà alle armi biologiche di creare danni, ma li mitigherà, riducendo un possibile sterminio di un’intera etnia o razza a un focolaio contenibile e relativamente minore.
A differenza delle armi nucleari, ricerca e sviluppo di questi strumenti biotecnologici sono accessibili praticamente a qualsiasi governo nazionale e persino a molte istituzioni private. Integrare la biotecnologia nella pianificazione e realizzazione della sicurezza nazionale di una nazione non è più facoltativa o speculativa. Se gli strumenti per manipolare e indirizzare i geni per sempre esistono già, esistono anche gli strumenti per abusarne.PROVOCAZIONI BLOG a cura di LUIGI CIVOLANI Supporta e divulga le Notizie che non strisciano : Traduzione di Alessandro Lattanzi.
Gli USA proposero un piano per attacchi chimici contro la Siria e accusarne Assad
aprile 10, 2017 1 commentoPROVOCAZIONI BLOG a cura di LUIGI CIVOLANI Supporta e divulga le Notizie che non strisciano : Traduzione di Alessandro Lattanzio.
Louise Boyle, Daily Mail 29 gennaio 2013
Le email trapelate dimostrerebbero che la Casa Bianca diede il via libera ad un attacco con armi chimiche in Siria da poter attribuire al regime di Assad e istigare l’azione militare internazionale nel Paese devastato. Un rapporto contiene lo scambio di email tra i due alti funzionari e un imprenditore in Gran Bretagna, la Britam defense, delineando un piano ‘approvato da Washington’ e spiegando che il Qatar avrebbe finanziato l’acquisto di armi chimiche da parte dei terroristi in Siria.
Barack Obama chiariva al Presidente siriano Bashar al-Assad il mese precedente che gli Stati Uniti non avrebbero tollerato che la Siria usasse armi chimiche contro il proprio popolo. Secondo Infowars.com, l’e-mail del 25 dicembre fu inviata dal Business Development Director della Britam David Goulding al fondatore dell’azienda Philip Doughty. Si legge:
“Phil… Abbiamo una nuova offerta. Si tratta ancora della Siria. Il Qatar propone un accordo attraente e giura che l’idea è stata approvata da Washington. Dovremo fornire una CW (arma chimica NdT) a Homs, una g-shell di origine sovietica della Libia, simile a quelle che Assad dovrebbe avere.
Ci vogliono far schierare nostro personale ucraino che dovrebbe parlare russo e girarvi un video. Francamente, non credo che sia una buona idea, ma gli importi proposti sono enormi. La tua opinione?
Cordiali saluti, David”Britam Defense non rispose a una richiesta di commento del MailOnline. Le e-mail furono diffuse da un hacker malese che ottenne anche i curricula e le copie dei passaporti dei dirigenti tramite un server aziendale non protetto, secondo Cyber War News.
Il profilo Linkedin di Dave Goulding l’annovera come Business Development Director della Britam Defense Ltd., nella Sicurezza e Investigazioni. Un profilo della rete di business indica Phil Doughty Chief Operating Officer della Britam, Emirati Arabi Uniti, nella Sicurezza e Investigazioni. Il dipartimento di Stato degli Stati Uniti non rispose a una richiesta di commento sui presunti messaggi di posta elettronica del MailOnline. Tuttavia l’uso di armi chimiche fu sollevato a una conferenza stampa a Washington il 28 gennaio.
Un portavoce disse che gli Stati Uniti aderiscono alla Comunità internazionale nell’“impostare linee rosse comuni sulle conseguenze dell’utilizzo di armi chimiche”. Un cablo del governo degli Stati Uniti rivelava che fosse probabile che l’Esercito siriano avesse usato armi chimiche nell’attacco ad Homs nel dicembre (2012). Il documento, rivelato da The Cable, indicava i risultati di un’indagine di Scott Frederic Kilner, console generale degli Stati Uniti a Istanbul, sulle accuse secondo cui l’esercito siriano avrebbe usato armi chimiche nell’attacco del 23 dicembre.
Un funzionario dell’amministrazione Obama che ebbe accesso al documento avrebbe detto: “Non possiamo sicuramente dirlo al 100 per cento, ma i contatti siriani (i terroristi? NdT) sono convincenti sull’uso dell’Agente-15 ad Homs il 23 dicembre”. L’indagine di Kilner includeva interviste con civili, medici e terroristi presenti all’attacco, così come all’ex-capo generale del programma ADM siriano Mustafa al-Shayq. Il Dr. Nashuan Abu Abdu, un neurologo a Homs, disse che furono utilizzate alcune armi chimiche.
Aveva detto a The Cable: “Era un’arma chimica, ne siamo sicuri perché il gas lacrimogeno non può causare la morte di persone”. Testimonianze rivelavano che un carro armato avrebbe lanciato armi chimiche e causato nelle persone esposte nausea, vomito, dolori addominali, delirio, convulsioni e difficoltà respiratorie. I sintomi indicano che il composto Agente-15 ne fosse responsabile.
La Siria negava l’uso di armi chimiche e affermava che non l’avrebbe mai usate contro i propri cittadini.
Parlando ai giornalisti del Pentagono, il segretario alla Difesa Leon Panetta aveva detto che la sua maggiore preoccupazione era come Stati Uniti ed alleati potevano rendere sicuri i siti di armi chimiche e biologiche in Siria e garantirsi che i componenti non finissero nelle mani sbagliate se il regime cadesse, soprattutto in condizioni violente. Forze governative e ribelli venivano accusati da gruppi per i diritti umani di attuare una guerra brutale in 22 mesi di conflitto, causando più di 60000 morti.
L’attacco alla Siria e la guerra delle ombre a Washingtonhttps://aurorasito.wordpress.com/2017/04/09/lattacco-alla-siria-e-la-guerra-delle-ombre-a-washington/
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Movimento Roosevelt :
Postato a cura di LUIGI CIVOLANI membro- -componente del Direttivo Campano del Movimento Roosevelt Italia .
La situazione in Siria e’ esplosiva, eppure non sembra essere una priorità strategica per nessuna delle due grandi potenze protagoniste: Russia e U.S.A.
Roberto Tomaiuolo, Direttore del Dipartimento Difesa del Movimento Roosevelt, analizza la situazione.
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